Un ragazzo è stato assolto dall’accusa di aver presentato una autocertificazione falsa.
MILANO – Un ragazzo di 24 anni è stato assolto dall’accusa di aver presentato una autocertificazione falsa. La decisione, come riportato da La Repubblica, è stata presa da un gup di Milano “perché il fatto non sussiste“.
Secondo il giudice, infatti, l’obbligo di dire la verità non è previsto dalla legge. E anche se ci fosse, sarebbe in contrasto con il diritto di difesa del singolo.
La sentenza
La sentenza destinata a far discutere è stata emessa da un giudice di Milano. “E’ evidente – si legge tra le motivazioni – come non sussista alcun obbligo giuridico, per il privato che si trovi sottoposto a controllo nelle circostanze indicate, di dire la verità sui fatti oggetto dell’autodichiarazione sottoscritta, proprio perché non è rinvenibile nel sistema una norma giuridica“.
Una decisione molto discussa a livello nazionale. Il 24enne durante il primo lockdown aveva dichiarato di lavorare in un negozio e in quel momento stava tornando a casa. La verifica, però, ha portato alla scoperta della autocertificazione falsa. Il titolare del negozio, infatti, aveva detto agli inquirenti che il 24enne non era di turno in quel giorno. Una sentenza destinata a creare tante polemiche a livello nazionale.
La posizione dei gip di Milano sulla violazione della quarantena
Nella giornata di giovedì 25 marzo è andata in scena anche una riunione tra i gip di Milano per tenere una posizione unica sulla violazione della quarantena. Come riportato dall’Ansa, in questo vertice si è deciso di tenere una linea unica e considerare un reato il fatto di non aver rispettato le disposizioni decise dal Governo.
Si tratta di una riunione molto importante in vista dei prossimi processi. Sono diverse, infatti, le sanzioni per il mancato rispetto della quarantena e i ricorsi in questo ultimo periodo non sono mancate.